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Dal pianto di Ecuba contro le guerre a quello di Nosside per la violenza alle donne, dalle Baccanti barbone a Medea straniera e profuga, dalle Supplici Madres d'Argentina a quelle di Lampedusa, dai prigionieri nei campi nazisti alle voci sulla diversità sessuale con l'omaggio a Ulrichs, giurista e primo difensore dei loro diritti, dalle teste tonde e a punta di Brecht alle danze sacre della Mansfield. Una raccolta dei testi per la scena scritti o adattati negli anni e quasi tutti rappresentati. Una scrittura aperta, una sorta di partitura, termine che richiama la divisione e la distribuzione delle parti teatrali ma che ricorda anche la partenza, l'andare, il vagare verso idee nuove di libertà e di convivenza civile, per la creazione di una cultura sempre più forte dell'accoglienza, della tolleranza, dell'inclusione. L'unico spazio che ha un testo per durare è quello emozionale e questa mia è una scrittura essenzialmente emotiva.